E' una malattia
causata da un verme detto Dracunculus Medinensis. Esso è
presente nelle acque, ove è ospitato nel corpo di un piccolo crostaceo
del genere Cyclops.
La
malattia è diffusa in Africa (Ghana, Zimbabwe, Valle del Nilo),
in Medio Oriente, in India e Pakistan.
L’uomo
si infesta bevendo l’acqua contenente i crostacei (Cyclops) infestati
a loro volta dalle larve del verme. Una volta ingerite con il crostaceo,
le larve del verme attraversano la parete intestinale e si dirigono verso
gli spazi retroperitoneali ove si trasformano nella forma adulta. Il verme
adulto migra dopo alcuni mesi verso i tessuti sottocutanei e la pelle.
Quivi produce una vescicola che, al contatto con l'acqua, si rompe e la
femmina del verme, la quale raggiunge una lunghezza fino a 1 metro, libera
le nuove larve all'esterno.
L’infestazione
si manifesta dopo un periodo di incubazione di 8-14 mesi, spesso senza
sintomi particolari. A volte invece la formazione della vescicola è
preceduta da febbre, prurito,
nausea, orticaria ed eosinofilia. L'ulcera che si forma alla rottura della
vescicola provoca bruciore
e dolore e a volte si infetta, per l'azione di altri germi, con possibile
formazione di flemmoni ed ascessi.
Diagnosi:
a volte è possibile vedere la testa del verme adulto alla base dell'ulcera.
E' anche possibile individuare le larve che vengono emesse all'esterno.
La
terapia si basa sull’estrazione del verme. Le infezioni secondarie
vanno trattate con antibiotici. I trattamenti attuali non impediscono la
diffusione del verme nell'organismo.
La
prevenzione prevede la
lotta contro i serbatoi naturali dei piccoli crostacei del genere Cyclops,
nel trattamento dei casi diagnosticati, nella potabilizzazione dell’ acqua,
nell'evitare di fare i bagni nelle acque interne dei paesi a rischio e
nell' uso di stivali. E' anche importante cuocere bene i crostacei destinati
all'alimentazione, se provengono da zone endemiche.
Non
esiste un vaccino.
Ultimo
aggiornamento 15/06/01